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ANALISI PALEONUTRIZIONALI



Il tessuto osseo
L’osso è un tessuto composto da una frazione inorganica, una matrice organica ed acqua. La componente organica, circa il 25% del peso secco dell’osso, è costituita essenzialmente da collagene, una proteina arrangiata in un fascio elastico e flessibile, a questa si aggiungono altre proteine non collagene, proteoglicani e lipidi.
La componente inorganica, è invece, composta da una matrice minerale cristallina, l’idrossiapatite, che contiene circa il 18,5% di fosforo e 39,9% di calcio.
Se l’osso è costituito per il 70% da minerale, un reperto inalterato dovrebbe contenere 12,95% P e 27,9% calcio. I differenti gruppi di porosità dell’osso non mostrano rapporti e Ca /P che oscillano tra 1,85 e 2,59. questa oscillazione può essere dovuta ad un’alterazione chimico-fisica e strutturale (diagenesi) e/o ai depositi di minerali ricchi in Ca e P, rilasciati nell’osso dal terreno circostante (inquinamento).
A causa della sua costituzione organo minerale ben “organizzata”, la matrice ossea è sempre in uno stato dinamico con l’ambiente circostante, sia in vita che post mortem, scambiando continuamente con l’esterno ioni che, in vita, si configurano con i flussi “biogenici” regolati dal fabbisogno fisiologico, e in morte, con lo scambio “diagenetico” di ioni।

La diagenesi
“La diagenesi è un fenomeno di consolidamento e talora di parziale trasformazione che porta ad una compattazione, cementazione e talora ad una parziale ricristallizazione di prodotti sedimentali preesistenti। I processi diagenetici, che si esplicano attraverso fenomeni vari di cementazione, rigenerazione cristallina, demineralizzazione e sostituzione di minerali preesistenti, sono favoriti dalla pressione di carico dei sedimenti stessi, da variazioni di grado di umidità e di temperatura, da alcune caratteristiche connesse con la costituzione originaria dei sedimenti, dalla presenza di acque.
Le modificazioni della struttura fisica dell’osso sono dovute ai cambiamenti chimici che avvengono sia nei costituenti organici dell’osso sia in quelli inorganici.
Le alterazioni chimiche sono molto comuni e non è possibile visualizzarle completamente.
Il comportamento diagenetico di ogni elemento è unico e dipende dall’osso e dalle caratteristiche del suolo per cui non esiste una regola generale applicabile a tutti i giacimenti.
Citando gli studi di Schoeninger (1979), che osservò che alcuni elementi diminuivano la loro concentrazione nell’osso (Na, Mg, Cl, K), mentre altri l’aumentavano (F, Si, Mn, Fe), le analisi di Waldrom (1981) e di Parker e Toots (1980) i quali, rispettivamente, osservarono come l’osso interrato assorbisse Pb e F dal terreno.
Lambert e altri (1983) studiarono la possibile diagenesi di dieci elementi per risalire a quelli utili ed attendibili da un punto di vista paleonutrizionale.

· Sr, Zn sono scarsamente influenzati dai processi diagenetici, quindi sono ottimi indicatori della dieta;
· Ca, Na e Pb mostrano delle piccole variazioni;
· Fe, Al, Mn e K sono diagenetici, non possono quindi essere utilizzati come indicatori.

Sulla base di questi studi, è stato elaborato il metodo di correzione tramite la comparazione con il terreno di giacitura: se la concentrazione di un elemento nell’osso è inferiore a quella presente nel terreno, in base alla teoria del gradiente di concentrazione, l’elemento può essere passato dall’osso al terreno e dunque potrebbe esservi stata contaminazione.
Al contrario, se la concentrazione di un elemento nell’osso è superiore a quella del terreno, è probabile che non sia avvenuta diagenesi[1].
Una teoria diametralmente opposta presume, invece, che la più bassa concentrazione dell’elemento rilevata nel terreno potrebbe costituire la dimostrazione di un flusso dell’elemento dal terreno verso l’osso[2].
I fattori principali che possono innescare un processo diagenetico sono:
· la natura dell’elemento;
· la sua mobilità nell’ambiente;
· le caratteristiche del terreno e dell’ambiente;
· il tempo di sepoltura;
· l’inquinamento chimico-ambientale
sono tutti fattori che nono permettono una generalizzazione ma vanno accuratamente esaminati uno aduno La procedura corretta, dunque, non può trascurare il campionamento del terreno sia vicino al reperto sia lontano dall’area di scavo per assicurarsi che l’osso non sia stato contaminato da questo.

Metodi d’indagine

Tra le diverse tecniche metodologiche possiamo citare:
· la fluorescenza a raggi X (XRF);
· l’analisi dell’attivazione strumentale dei neutroni (INAA);
· la spettrometria accoppiata al plasma (ICP);
· la spettroscopia ad assorbimento atomico (AAS).
La spettrometria con fluorescenze a raggi X è un metodo che permette di eccitare gli elementi costituenti del campione in seguito al bombardamento con i raggi X primari.
Gli atomi del campione diventano fluorescenti poiché perdono energia sprigionando raggi X secondari a lunghezze d’onda tipiche per ogni elemento.
Le determinazioni di ogni elemento si stabiliscono in base all’intensità delle lunghezze d’onda emesse.
L’analisi dell’attivazione strumentale dei neutroni richiede un reattore nucleare che permette di trasformare isotopi non radioattivi in forme radioattive ed instabili, attraverso il bombardamento dei nuclei
Tali nuclei rispondono emettendo raggi gamma che, una volta rintracciati e misurati, permettono la quantificazione di più elementi simultaneamente.
Si tratta di metodo d’analisi molto costoso quindi il suo utilizzo è limitato a pochi laboratori.
Le altre due tecniche sono delle forme di spettrometria luminosa od ottica, perché sono utilizzati degli spettri per identificare e quantificare elementi specifici.
Tali spettri, composti di lunghezze d’onda per ogni elemento specifico, sono emessi da sostanze gassose। .Nella spettrometria accoppiata ad emissione di plasma gli elementi sono identificati da spettri sprigionati dalla soluzione del campione, ottenuta iniettando questo ultimo in una camera ardente contenente argo.
Per la lettura si misurano le intensità degli spettri emessi.
Per mezzo di questa tecnica è possibile effettuare una analisi di più elementi contemporaneamente, la sua strumentazione ha un costo molto elevato.
La spettroscopia ad assorbimento atomico è la tecnica di indagine paleonutrizionale più comune; permette di analizzare un solo elemento alla volta, possiede un’alta sensibilità verso molti elementi chimici, è di facile utilizzo e le analisi hanno costi limitati.
Normalmente gli elettroni di ogni elemento ruotano attorno ad un nucleo, senza assorbire o emettere radiazioni.
Gli elementi stimolati, invece, sono trasportati in orbite lontane dal nucleo e, nel tornare alle loro posizioni originali, sprigionano energia e generano spettri caratteristici di ogni elemento chimico.
Gli elettroni sono eccitati dal calore di una fiamma o da strumenti come un forno a grafite.
Dalla misurazione delle lunghezze d’onda si identifica e si quantifica ogni elemento specifico. Tutto si basa sulla legge di Kirchoff: “la materia assorbe luce alla stessa lunghezza d’onda alla quale la emette”3.

Procedura analitica dei campioni
I passaggi attraverso cui si giunge alla lettura degli elementi in traccia sono comuni per tutti i metodi di indagine paleonutrizionale.
Il processo per la lettura degli elementi in traccia attraverso la spettroscopia ad assorbimento atomico, utilizzata anche per le analisi sul campione proveniente dal cimitero di Fivizzano, avviene tramite questi fondamentali passaggi:
· prelievo del campione da esaminare;
· pulizia;
· incenerimento e polverizzazione;
· digestione;
· diluizione;
· lettura.

Per quanto riguarda il prelievo, un campione d’osso corticale è più indicato rispetto all’osso spugnoso: a differenza delle coste, un frammento prelevato dal femore o dalla tibia mostra valori analitici più affidabili e meno soggetti ad inquinamento
L’osso spugnoso ha un elevata diagenesi post mortem e dà risultati poco soddisfacenti dal punto di vista paleonutrizionale4.
Per una più corretta individuazione degli elementi in traccia si preferiscono le tecniche “distruttive” : il prelievo del campione deve essere effettuato tramite carotaggio con punte cave diamantate in punti non osteometrici. Dopo aver effettuato una pulitura superficiale con il bisturi ed aver lavato il frammento con acqua bidistillata e averlo messo in vasca ad ultrasuoni, la quantità d’osso prelevata è essiccata per una notte in un stufa a 100° C, per rimuovere l’acqua interstiziale, e incenerita in muffola a 500/600° C per quattro ore, per eliminare ogni traccia di sostanza organica.
Il campione viene successivamente pestato con un apposito mortaio e le ceneri pesate e trasformate in soluzione, attraverso la digestione con acidi.
Il primo attacco viene effettuato con acido nitrico ad una temperatura di circa 120/150° C nel digestore per circa quindici minuti; si lascia raffreddare e successivamente si aggiungono 5 ml di acido cloridrico 1 N scaldando nuovamente per lo stesso tempo a 60/80° C.
La soluzione si porta poi a volume con acqua bidistillata .
Ogni elemento, per essere diluito, richiede differenti metodiche: il calcio ad esempio, essendo un elemento maggioritario, occorre diluirlo più degli altri elementi considerati। La lettura degli elementi in traccia è un operazione complessa che prevede accorgimenti particolari per ognuno di essi. I marcatori ossei utilizzati più comunemente per indicare una dieta a base di vegetali e cereali sono stronzio, bario e magnesio in quanto tendono a ritrovarsi in quantità elevate nelle ossa degli erbivori mentre sono limitati in quelle dei carnivori; al contrario, zinco e rame sono validi marcatori della dieta a base dicarne .Per un onnivoro come l’uomo, il tasso osseo di questi elementi è dato dalle loro concentrazioni medie, che saranno minori delle rispettive faune animali, erbivore e/o carnivore vissute nello stesso ambiente.
Il dato sarà più attendibile se ” standardizzato" ovvero ogni elemento dovrà essere rapportato al calcio. La correzione con il Ca è motivata dal fatto che la concentrazione di un dato elemento, in uno stesso individuo, è sempre in relazione con esso: dato che il Ca è parte integrante della matrice ossea, una sua perdita durante la sua permanenza nel terreno di sepoltura comporta anche una perdita negli altri elementi, è perciò necessario mantenere tra loro un rapporto matematico costante.
Dopo aver scelto l’elemento da analizzare ed averlo letto tramite spettrofotometria ad assorbimento atomico, si procede all'elaborazione dei dati: occorre poi effettuare la cosiddetta "correzione col sito" ovvero rapportare i valori di stronzio/calcio dell'uomo con quelli di stronzio/calcio dell'animale erbivoro della stessa area di scavo; tale rapporto dovrà risultare minore ad uno e tanto più esso si avvicina all’unità, tanto più alta sarà stata l’assunzione in vita di vegetali e/o cereali degli individui analizzati. Questo ci permette inoltre di poter confrontare il nostro campione con altri gruppi umani sincroni, diacronici ed eterotopici.
[1] L. L. KEPLINGER, 1984; J. B. LAMBERT et al., 1979.
47 J. B. LAMBERT et al., 1984-85
3 Crf., Dizionario di Archeologia, cit.
4 G. GROUPE, 1988. J. R. GILBERT, 1985.

CONGRESO NACIONAL DE PALEOPATOLOGIA MORELLA 2007


PALEODIETA Y PATOLOGIAS NUTRICIONALES EN LAS POBLACIONES ANTIGUAS DE LA PENINSULA IBERICA

Considero que la antropología arqueológica con la antropología cultural, la historia, la arqueología tradicional, y por fin análisis en laboratorio con instrumentación adecuada pueden dar un gran paso para el conocimiento de hechos antiguos. La antropología arqueológica constituye una base importante para los estudios de los huesos humanos, estos son recursos esenciales para las clasificaciones raciales en lo siglos, para la comparación biológica entre poblaciones antiguas y modernas, para detectar antiguas enfermedades, descubrir las causas de muerte y conocer la alimentación (paleodieta) de los individuos.

Objeto de este trabajo es el estudio de la dieta en el mundo ibérico y su posible patología alimentaria através de fuentes escritas, arqueológicas y de análisis científicos. Sin embargo el intento de dibujar, en líneas generales, el panorama paleodietético del mundo ibérico a causa de una copiosa bibliografía muy dispersa a cerca del tema y el muy poco tiempo a disposición, hacen que el trabajo se presenté desde mi punto de vista, en algunos aspectos incompleto. El articulo se divide en dos partes; la primera habla del mundo ibero y sus recursos alimentarios (agricultura, ganadería, caza, comercio) tomando como referencia fuentes historicas-arqueoligicas. En la segunda parte me detendré en los análisis antropológicos de paleo dieta realizados en laboratorio ,comentando los resultados de restos óseos que pertenecen a algunos importantes yacimiento ibéricos de la península haciendo hincapié en las patologías alimentarias .

LA CULTURA IBERICA
Se entiende como cultura ibérica el legado que conservamos de una serie de Pueblos que ocuparon una parte de España con anterioridad a la romanización.
Estos pueblos, aunque tenían unas características comunes nunca llegaron a constituir una unidad social o política.
El territorio donde se desarrolló esta cultura tuvo un amplio solar que comprende desde el Ródano hasta la actual provincia de Huelva. "Lo ibérico" es el resultado de la fusión de varios elementos, por una parte están los comerciantes que tuvieron intereses económicos en este tiempo en la cuenca del Mediterráneo, estos pueblos fueron los fenicios y los griegos. A
Estas influencias hay que añadir las derivadas de las relaciones con otras culturas peninsulares que se desarrollaron en ese mismo momento histórico en el norte y meseta peninsulares .
Dentro del área ibérica se distinguen, a grandes rasgos, tres zonas:
1. La que comprende la mayor parte de Andalucía, aproximadamente desde
Huelva a Granada.
2. Alta Andalucía, Sureste y Levante (desde Jaén hasta Castellón), dónde se
incluiría la provincia de Albacete constituyendo el punto de penetración más
interior. En esta zona se fundirán como en ninguna otra las corrientes
colonizadoras produciendo la floración de arte propiamente ibérico más
importante.
3. Norte de Cataluña hasta Castellón. En esta zona la influencia griega es
importante, siendo Ampurias el centro de irradiación más importante. La
penetración más interior en esta zona es el valle del Ebro.
Son muchos los pueblos ibéricos que nos mencionan las fuentes, algunos gracias a la arqueología y a diversos trabajos de investigación, parecen bien delimitados.
La época de mayor florecimiento de la Cultura Ibérica se sitúa entre los siglos V y III a.C.


LOS RECURSOS ALIMENTARIOS
La base económica de los pueblos ibéricos, al igual que otros en la antigüedad,fue la agricultura. Los cereales constituyeron el núcleo de los cultivos siendo los más comunes el trigo y la cebada. La introducción del hierro, supuso una mejora considerable para la fabricación
de útiles agrícolas como azadas, hoces, legones, alcotanas, etc...cuya forma y uso han llegado prácticamente sin alteración a nuestros días. Se inició el sistema de barbecho, aunque es posible que se siguieran empleando procedimientos más antiguos y menos productivos, como por ejemplo la ignicultura o cultivo de rozas. Desconocemos el régimen de trabajo de la sociedad ibérica, pero es posible que la tierra se cultivara por hombres libres que trabajarían no muy lejos del poblado. Estos estaban situados en lugares estratégicos y fácilmente defendibles, pero próximos a vegas fluviales, a terrenos fértiles. Habrá que esperar a la romanización para encontrar asentamientos en el llano, junto a los cultivos.
Además de cerales se cultivaron la vid y el olivo que constituyen, junto con aquellos, la triada mediterránea. Tenían frutales y hortalizas, mejorando desde el s.III a.C. el sistema de riegos.
Junto con la agricultura, la ganadería jugó un importante papel.
En las zonas más pobres sería la primera actividad económica y en los lugares donde la agricultura era pujante, se complementó. Los rebaños más numerosos serían de cabras y ovejas, dado el gran aprovechamiento que se obtiene de ellos (carne, leche y lana).
Posiblemente en este tiempo ya se practicara la transhumancia, aunque no tuviera el grado de desarrollo y la importancia que después adquirió este modo de pastoreo.
La construcción de rediles, el hallazgo de restos óseos como algunos objetos como son tijeras de esquilar o el cultivo de plantas forrajeras son índice del desarrollo de la ganadería.
Otros animales a considerar son el cerdo, el buey y, sobre todo el caballo que fue sin duda el animal preferido de los íberos. Se usó como animal de tiro y carga. Constituía un símbolo social, es el más representado de todos los animales en la plástica ibérica, incluso es muy probable que se rindiera culto a una divinidad protectora de los caballos.

Practicaron la caza y la pesca, constituyendo ambas un complemento importante en la dieta. Las representaciones venatorias son frecuentes y en ellas observamos tanto cacerías organizadas en grupos como la caza practicada individualmente. La existencia de grandes bosques aseguraba la caza mayor de jabalíes, zorros, ciervos, etc... En caza menor, liebres y conejos eran abundantes. Los fenicios denominaron a la costa española "i-shephan-im" que se traduce como "costa de los conejos" transformándose en época romana como Hi-spania.
La pesca en las poblaciones costeras sí fue un medio de vida, y ligada a ella, se conocen industrias importantísimas de salazón explotadas por los fenicios. En el interior se aprovecharon los recurso fluviales. Este breve panorama de economía se complementa con la recolección de frutos silvestres. Higos, miel, bellotas, granadas, nueces, almendras, etc., eran
productos importantes que se obtenían de forma natural y se consumían.


EL COMERCIO
En el mundo antiguo, el desarrollo del comercio conoció diferentes formas de cambio.
En el caso que nos ocupa es claro que el comercio es un elemento tambien decisivo para individuar las abitudines alimentarias del mundo ibérico.
Un elemento básico en el comercio, tanto antiguo como moderno, son las comunicaciones.
Se practicaba la llamada navegación de "cabotaje", que es en la que nunca se perdía de vista la costa y se realizaba mientras había sol.
Algunos de los productos que se distribuyeron por esta vía fueron sal, garum (salsa de pescado muy apreciada entonces), productos de importación, etc.
Fueron las primeras vías practicadas por el hombre ya que siguiendo su curso podían introducirse en otras tierras. Para el comercio fueron particularmente interesantes los rios navegables, tales como el Guadalquivir que comunicaba Cádiz con la Alta Andalucía el río Segura sirvió de comunicación entre el litoral y el interior.
La más antigua e importante carretera fue la denominada "Heraklea", más tarde Augusta. Discurría desde Cataluña hasta Cádiz y enlazaba la costa levantina con la meseta.
El paso de Despeñaperros fue muy importante uniendo la costa levantina con Extremadura y oeste de Castilla. Las mercancías circulaban en caravanas comerciales por estas vías que estaban protegidas por una vigilancia de tipo militar, proporcionada por jefes locales a quienes se recompensaría de alguna manera. España era para las potencias económicas de aquel tiempo (griegos y fenicios) una tierra de la que podían obtener materias primas muy interesantes.
El territorio ibérico proporcionaba:
- Metal. Particularmente oro y plata procedentes de la baja Andalucía.
- Esclavos. Hay que considerar que la sociedad ibérica no era esclavista,
pero los mercaderes compraban hombres que posiblemente eran
prisioneros siendo más tarde revendidos en el área mediterránea.
- Animales. Sobre todo caballos y mulas.
- Alimentos y productos. Cereales, vinos, aceite, miel, cera, etc.
Los productos importados tenían gran valor, podemos considerar dos grandes
grupos:
- Materias primas. Estaño, que los íberos adquirían ya manufacturado.
Ambar, marfil, huevos de avestruz o piedras semipreciosas.
- Productos fabricados. Sería el grueso de las mercancías importadas:
armas griegas, estatuíllas, objetos de adorno, vasos de bronce o alabastro, cerámicas, vidrios, etc. El papel que el comercio desarrolló en este tiempo fue muy notable no sólo mercantilmente sino también por el intercambio de influencias que proporcionó entre los distintos pueblos de la antigüedad.

EL VINO EN IBERIA
En realidad es muy poco lo que sabemos de cierto sobre el vino en la Cultura Ibérica: poco en materia de datos concretos, de modo que las consideraciones de carácter social que pueden proponerse son todavía en cierto modo especulativas.
Una serie de recientes excavaciones arqueológicas, algunas de ellas todavía en curso, ha venido a revolucionar nuestro conocimiento sobre la producción y consumo de vino en época ibérica. En el caso de Aldovesta, que documenta en el s. VII a.C. la introdución del vino a traves del comercio fenicio en Levante, así como la producción de imitaciones de ánforas R1 en La Peña Negra de Crevillente, y son bien conocidas desde hace años las importaciones de vajilla griega asociada con el consumo del vino en Tartesos. Lo que en los últimos años se está añadiendo es documentación sobre la producción, distribución y uso del vino en la Cultura Ibérica, sobre todo en el Sureste.
En primer lugar debe citarse el caso del yacimiento fortificado del Alto de Benimaquía (Alicante). En conjunto, el yacimiento constituye prueba de la más antigua producción de vino en Iberia en manos de jefes indígenas que controlaban, protegían y distribuían su propia producción ya a principios del s. VI a.C. Las únicas producciones importadas son fenicias, lo que es indicio del ambiente cultural predominante en este momento formativo de la Cultura Ibérica, y del interés fenicio por el metal local. Un cuadro similar y a la vez profundamente distinto nos lo proporcionan los recientes trabajos en el poblado de La Quéjola (San Pedro, Albacete). En este caso nos hallamos antes un recinto fortificado de menos de una hectárea de extensión donde algunos edificios estudiados se han identificado como almacenes de ánforas vinarias de un tipo local derivado del R-1, y otras se han clasificado como de tipo "industrial”.
Por último, conviene insistir en que el vino no era la única bebida alcohólica consumida por los iberos. Posiblemente ya antes de la llegada del vino los iberos fabricaban diferentes tipos de cerveza, y una serie de estructuras industriales excavadas en el poblado de El Amarejo, en Albacete, puede indicar que en el s. III a.C. la cerveza, no dependiente como el vino de la estacionalidad, era una bebida sumamente importante, y quizá más accesible que el vino para el conjunto de la población.

ANALISIS DEL TRABAJO
Los estudios acerca de la alimentacion y sus repercusiones en las condiciones de vida han insertado en los últimos años el estudio de la dieta desde un punto de vista meramente químico gracias al conocimiento de la composición química del hueso.
El hueso esta formado por una matriz orgánica (aproximadamente de un 30%) impregnada de sales minerales por el 70%, básicamente fosfato cálcico. La composición del hueso se puede ver afectada a lo largo de la vida de un organismo. Además cualquier elemento químico que lo compone tiene una única vía de entrada en el organismo ,la alimentación, por tanto se puede relacionar la cantidad de un elemento presente en el hueso con la posible ingestión mayoritaria de un tipo u otro de alimento.
La doble fracción del hueso , orgánica e inorgánica , permite hacer dos tipos de análisis:
El estudio de los isótopos estables analiza la matriz orgánica del hueso, mientras que el análisis de elementos traza lo hace sobre la fracción inorgánica.

Brevemente comentaré las dos metodologías:
Referente al análisis de isótopos estables ,decir que los elementos químicos en estado natural , no están formados por átomos totalmente idénticos, sino que están formados por una barrera de núcleos de diferente masa atómica llamada isótopo, donde uno de ellos es más frecuente que otros. Los isótopos que no están sujetos a un periodo de semidesintegración sino que se mantienen inalterados a lo largo del tiempo, son los llamados Isótopos Estables. En cualquier reacción física o química hay una selección a favor o en contra de los isótopos, lo que conlleva diferencias entre la proporción de las diferentes formas según el medio en el cual se encuentran.[1] Basándose en esta proporción diferente, se utiliza el estudio de isótopos , concretamente los del Carbono y Nitrógeno, para la reconstrucción de la paleodieta.

Referente al Análisis de elementos en traza, tal y como indica el nombre , los elementos en traza son aquellos elementos químicos que se encuentran en pequeñas cantidades ,en este caso en el hueso. El estudio sigue las pautas similares al estudio de isótopos estables, porque se trata en los dos casos de metodologías analíticas químicas.
Se trata de cuantificar la concentración de un determinado elemento en los huesos de diferentes individuos de una población y contrastarla con unos patrones que nos permitan la clasificación según los tipos de dieta. Los patrones que se utilizan generalmente son los restos humanos y de fauna.

Un método de investigación utilizado en laboratorio por el analisis de elementos en traza es la espectroscopia a absorción atómica (AA) ,es una técnica muy común en la paleodieta y permite analizar un elemento a la vez, posee una muy alta sensibilidad hacia muchos elementos químicos. Esta se basa según la ley de Kirchoff:” LA MATERIA ABSORBE LUZ A LA MISMA LONGITUD DE LA OLA QUE SE EMITE”. El procedimiento para llegar a la lectura de los elementos en traza es común a todos los métodos de investigación de paleodieta..1) extracción de partes de hueso del fémur o de la tibia.2) limpieza.3) sensación y pulverización.4)digestión en ácidos, acisos nítrico y clorhídrico.5) La lectura de los elementos en traza es muy complexa porque requiere medidas particulares por cada uno de estos. Los elementos tomado en consideración son los elementos que se usan para indicar una dieta a base de vegetales y cereales como estroncio y magnesio y el Zinc y Cobre ,elementos indicativos de una dieta a base de carne. Entre los elementos tóxicos el Plomo, este metal al contrario de otros pertenecientes a la misma categoría, presenta sólo pequeñas variaciones en los procesos de diagénesis.
Todos los elementos citados estan relacionados con el calcio porque este es parte íntegra de la matriz del hueso y su decadencia mientras permanece en el suelo, conllevaría a la decadencia de los demás elementos. Por esa razón es importante mantener una relación matemática constante entre los diversos elementos.
Otro paso determinante en la correcta elaboración de los datos es la corrección con el sitio, es decir relacionar los valores del elemento/Ca del hombre con los de los animales herbívoros encontrados en la misma excavación. La relación ( sr/ca) debe de ser menor de uno ya que más cercana a la unidad esté, más existe la posibilidad de que la dieta de los individuos analizados fue de tipo vegetal.Esta relación sr/ca­ humano sr/ca herbívoro (también llamada “observed Ratio” O.R.) permite comparar los niveles obtenidos entre diferentes yacimientos, peró además permite caracterizar el patrón económico de las poblaciones estudiadas. Los factores son diferentes para que el proceso de diagenesi se ponga en marcha, por eso en un proceso correcto no se puede dejar de analizar partes de tierra cercana a los huesos y lejana de estos. Se tiene que analizar todo para estar seguro que los huesos no están contaminados. Otro metodo muy similar a la espectroscopia a absorción atómica (AA) es la espectrometría de emisión por plasma de acoplamiento inductivo (ICP-AES).


LOS YACIMIENTOS EN LA CULTURA IBERICA
Las tecnologías citadas anteriormente han sido utilizadas tambien para la recostrucíon del patron alimenticio de algunas poblaciones de la peninsula de época prerromana. He tomado en concideración yacimientos de principios de Edad de Bronce y Edad de Hierro donde aparece en manera bastante clara, en linea general, la dieta del los antiguos habitantes del mundo ibérico.
LA NECRIPOLIS CELTIBERICA DE NUMANCIA Numancia es el nombre de una desaparecida población de la Península Ibérica, cuyos restos están situados a 7 km al norte de la actual ciudad de Soria. Su ubicación geográfica se sitúa en el cerro de la Muela de Garray, en la confluencia del Duero y el Tera. Era una ciudad celtíbera, y pervivió tras la conquista de Roma como ciudad hispanorromana.
Los datos históricos sugerían que la ganadería era un factor económico importante para la población de Numancia. Sin embargo, la interpretación de los resultados analíticos permitió estimar en Numancia una economía mixta basada fundamentalmente en productos vegetales con una contribución alimenticia pobre en carne. Los niveles elevados de cobre, magnesio y bario nos llevaron a pensar en un consumo frecuente de vegetales y frutos secos, probablemente bellotas estudiando fitolitos asociados a los molinos de mano hallados en Numancia, confirmaron que en su superficie se procesó dicho alimento. De ese modo, técnicas y equipos distintos llegaron a conclusiones idénticas.El informe del material descubierto en 1993 sólo era el principio. En 1996, ya se habían recuperado en Numancia 150 conjuntos arqueológicos y eso permitió ampliar la muestra de paleodieta hasta las 21 tumbas. El nuevo análisis, mucho más fiable dado el tamaño muestra, corroboró las deducciones anteriores; Numancia tenía una dieta mixta, marcada por la ingesta de productos vegetales y un aporte pobre de proteínas animales. Su dieta estaba basada esencialmente en alimentos ricos en fibra, bayas, tubérculos, cereales y frutos secos. Podemos indicar de forma somera que las tumbas con fíbulas o canicas y agujas de coser pertenecen a individuos con hábitos alimenticios asociados al consumo de productos ricos en fibra, frutos secos, etc., mientras que los individuos con armas consumen proporcionalmente más cereales.
LA NECROPOLIS DE SON REAL
La necro polis de Son Real está situada en la bahía de Alcudia (Can picafort, Mallorca), en una pequeña meseta sobre el mar. Se han analizado 32 individuos del yacimiento de época Talayotica de Son real. Prácticamente la totalidad de las muestras corresponden a individuos adultos de ambos sexos.El índice Sr/Ca corregido obtenido para los individuos adultos es 57, lo que sugiere una dieta mixta, con un aporte de proteínas de origen animal pobre. A pesar de tratarse de una población costera, los valores de Zn/Ca no sugieren que el consumo de alimento de origen animal, marino o no, fuera elevado. En conjuntos, la interpretación de la dieta de Sin Real como tipo mixto está basada en los bajos niveles de Zn y en los niveles medios de Sr.

LA NECROPOLIS DE FUENTE AMARGA
Situado en el sur de la Peninsula Iberica, Galera(Granada), en total se han analizado 5 individuos de este yacimiento del Bronce, en los que las concentraciones absolutas de Sr son relativamente altas por tanto la serie presentaría una dieta mixta. El índice Zn/Ca es alto para los individuos adultos, en los que el aporte de proteínas de origines animales serían considerables. En los individuos maduros y seniles el consumo cárnico sería de tipo medio. Por sexos los individuos masculinos presentarían una dieta cárnica más abundante que los femeninos.

NECROPOLIS CASTELLON ALTO
Los Índices calculados para la serie de Castellón Alto de edad del Bronce (Galera,Granada) son similares a los obtenidos en la cercana Fuente Amarga. La población adulta presentaría una dieta mixta con un aporte de proteínas animales de tipo medio.

NecropoliS del CERRO de la Encina
Este yacimiento también es situado en provincia de Granada (Monachil).Se han analizado 9 individuos de edad del Bronce y los resultados obtenidos son muy similares a lo de los dos yacimientos citados precedentemente. La dieta de la poblacíon es la mixta y los individuos femeninos tendrían un aporte vegetal superior a los masculinos.

NECROPOLIS DE CERRO DE LA CABEZA
El yacimiento se encuentra a 3 km de la ciudad de Ávila, hasta al 1998 se han descubierto cinco tumbas correspondientes a diferentes períodos cronológicos. Una sepultura múltiple, que contenía los restos de seis individuos, y tres tumbas individuales se han datado como correspondientes al Calcolitico Final o principios de la Edad del Bronce,mientras que una tumba con dos individuos se fechó a finales del Bronce o principios de la Edad del Hierro. El analisis de oligo elementos realizados en los individuos del Calcolitico Final-principios edad deñ Bronce parece mostrar un modelo alimenticio basado en el consumo de productos vegetales,bayas,legumbres y frutos secos, pero con un ingesta media de proteinas animales, esto corresponde a una dieta de tipo mixto, mientras que en los individuos de final edad del Bronce-principios Edad del Hierro predomina el consumo de cereales y productos lácteos con ingesta de carne más baja que la fase anterior propria de una dieta de tipo agrícola.


OTRAS NECROPOLIS DE EDAD DEL HIERRO
Diferentes analisis de paleodietas referentes a restos humanos de edad del Hierro de necrópolis en la zona de Cuenca y norte de Albacete indican que la base alimentaria de estas poblaciones era de tipo mixto con un aporte de cereales(centeno,trigo,cebada ) y productos ganaderos(cabras ,ovejas), el mismo resultado que en los estudios de las antiguas poblaciones de edad del Hierro en el alto valle del Duero que tambien tenía que consumir productos vegetales y carneos tipicos de una dieta mixta.

patologias alimentarias
Las enfermedades relacionadas con la dieta de la cultura Íbera tenía que ser parecida a la de otras civilizaciones del mundo antiguo. Al día de hoy no son muchas las investigaciones acerca del tema, pero en los ultimos años los estudios paleopatológicos han podido trazar algunas lineas generales que nos sirven como referencia. Es cierto que la consecuencia de una mala alimentación o deficiencia nutricional, conlleva a padecer diferentes patologías.
Todas las anomalías y patologías dentales como la perdida ante-mortem de los dientes, así como la existencia de fístulas que han perforado la pared de los maxilares, son un buen indicador del tipo de dieta de una población antigua y de los problemas relacionados con ésta, problemas tanto de malnutrición como de nutrición monótona.
Otra patología indicadora de estrés nutricional es la llamada Hiperostosi porótica.[1] A lo sumo, se debe hablar de la Criba orbitalia, la cual se puede considerar como una lesión osteoporotica craneal localizada a nivel de la orbita del ojo. En ambos casos las lesiones se caracterizan por una hipoplasia e hipertrofia del diploe que ejerce una presión cortical que causa la erosión y destrucción del hueso compacto adjunto.
Su etiología está mal conocida, de hecha se han propuesto diversos, pero en definitiva hay que considerarla como una manifestación esquelética de la anemia, que sea nutricional, parasitaria, hereditaria .etc. En cualquier población los grupos más susceptibles de padecer anemias son aquellos que están implicados en tasas rápidas de crecimiento y desarrollo, y que por tanto tenían necesidades nutricionales elevadas. Estos grupos son principalmente, los niños y las mujeres durante el periodo de lactancia. Las deficiencias nutricionales conllevan muchas veces problemas de huesos, el raquitismo es un ejemplo evidente. Se trata de una enfermedad que puede estar relacionada con una alimentación precaria. Se caracteriza por una calcificación deficiente del hueso y de los cartílagos de crecimiento, producida por la carencia de vitamina D.

Por lo que se refiere al estrés episódico , puede evidenciarse a partir de las líneas de Harris, las hipoplasias y en general defectos de esmalte dentario.
Las líneas de Harris son líneas presentes en los extremos diafisarios que aparecen opacos en las radiografías de los huesos largos y que se han producido por una interrupción temporal del crecimiento. La cause de la aparición de estas líneas radica en una amplia variedad de factores nutrinacionales estresantes y como respuesta lógica a cortos periodos de carencias alimentarías.
Las anomalías y la interrupción del crecimiento de la estructura cristalina del esmalto dentario durante la primera infancia se pueden detectar mediante la observación microscópica y macroscópica del diente.,En el primer caso, la superficie de la corona muestra una serie de depresiones horizontales que se distribuyen en intervalos más o menos regulares y donde se pueden observar eventuales anomalías. En el segundo caso, solo se pueden apreciar aquellos casos realmente graves que llegan a deformar parcialmente la corona y alterar la superficie. Se habla entonces de Hipoplastia del esmalto dentario.
La hipoplastia representa un desorden metabólico que afecta algunos ameloblastos en un periodo de tiempo que puede oscilar desde pocas semanas hasta dos meses. Estas malformaciones son indicativas de una deficiencia dietética , sobretodo de Vitamina D.
En definitiva el estudio de la hipoplastia del esmalto puede contribuir al conocimiento del tipo de dieta de los individuos estudiados durante la etapa infantil, así como las posibles condiciones de estrés que hayan afectado.

CONCLUSIONES
En conclusión se puede decir, desde el material que he podido consultar, que probablemente la dieta en el mundo ibérico, entre Inizio Edad del Bronce y Plena Edad del Hierro, se basaba principalmente en el consumo vegetales, frutos secos cereales(centeno,trigo,cebada ), con ingesta media de proteinas animales como productos lácteos y ganaderos(cabras ,ovejas). La caza y la pesca, constituyendo ambas un complemento importante en la dieta como tambien la recolecta de frutos silvestres (higos, miel, bellotas, granadas, nueces, almendras, etc). Todo esto nos hace pensar en una sociedad que basabasus recursos en un tipo de economía mixta, basada fundamentalmente en productos vegetales con una contribución alimenticia no muy alta en carne. Todavía no se puede generalizar ya que la disponibilidad de uno u otro alimento dependia da mútiples factores, en primer lugar de tipo ambientales-territoriales,ya que la Península ofrece diferentes habitats, y en segundo lugar factores de tipo antropológico-cultural como el comercio interno y intercambio de productos con poblaciones extrapeninsulares. Referente a las patologías alimentaria en mundo Ibérico no he encontrado muchos datos. Es cierto que una mala alimentación o deficiencia nutricional, conlleva a padecer diferentes patologías u anomalías dentales, oseas y metabólicas. No se puede excluir que las antiguas poblacíones de la peninsula sufrian temporadas de hambruna, un hecho muy curriente entre las antiguas civilizaciones.
La reconstrucción de las dietas y patologías alimentarias del mundo antiguo es un campo aún en desarrollo y falta mucho para alcanzar resultados sodisfactorios y penso que sólo con una seria colaboración entre diciplinas y coordinación de los datos entre los ambientes de estudio se llegará a mejorar las investigacíones.







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